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Saturday, January 24, 2015

I monumenti, l'eredita' di Carlo Barsotti

Un messaggio di italianita', patriottismo, 
arte e cultura a New York e al mondo intero

Molti dei monumenti di New York parlano... italiano e sono legati 
indissolubilmente alla comunita’ 
italo-americana, a Carlo Barsotti 
e al “Progresso Italo-Americano”. 
Un busto di bronzo dedicato a Giuseppe Mazzini, si trova al Central Park e fu inaugurato nel 1878 con fondi raccolti tra la comunita’.  E’ opera dello scultore Giovanni Turini e si trova lungo il West Drive all’altezza della 67.ma Strada. Due frasi sono scolpite nel piedistallo di granito: “Pensiero e Azione” e “Dio e il Popolo” , sintetizzano il pensiero e la filosofia del patriota italiano. 
A Columbus Circle, sulla 59th Street, l’angolo sud-occidentale di Central Park, all'incrocio fra Broadway, Central Park West, Central Park South e Eight Avenue, sorge, alto, ed elegante in un punto nevralgico della Gran del Mela la statua del mitico genovese che ha scoperto l’America.
Il monumento a Cristoforo Colombo, inaugurato il 12 otttobre 1892 per commemorare i quattrocento anni dalla scoperta dell'America, è una statua in marmo di Carrara alta 21 metri - opera dello scultore messinese Gaetano Russo - che si erge su una colonna a 21 metri di altezza. La colonna e’  decorata ncon i rostri di bronzo che rappresentano le tre caravelle,  la Nina, la Pinta e la Santa Maria. Ai piedi della colonna c’e’ un angelo che sorregge il globo. 
E a lati la scritta in inglese e italiano: 
“A Cristoforo Colombo/gli italiani residenti in America/
Irriso prima/minacciato durante il viaggio/incatenato dopo/ sapendo essere generoso/quanto oppresso/donava un mondo al mondo”.
La gioia e la Gloria/non ebbero mai piu’ solenne grido/di quello che risuono’ in vista/ della prima isola americana/ Terra! Terra!”
Il monumento include due splendidi bassorilievi in bronzo e quindi la dedica nella parte bassa del piedistallo.  Barsotti non ha dimenticato di apporre la sua firma sul monumento che reca la scritta:
“G. Russo invento’ e scolpi’ e per iniziativa/ del Progresso Italo Americano
il primo giornale italiano quotidiano/negli Stati Uniti/ Carlo Barsotti editore e proprietario”.
La piazza è stata restaurata nel 2005 ed abbellita con una una fontana intorno al monumento e un’isola centrale con verde e panchine.
A Washington Square, nel cuore del Village,  sorge il monumento a Giuseppe Garibaldi, anche questa opera di Giovanni Turini, dedicato nel 1888, sesto anniversario della morte dell’Eroe dei due Mondi. Nel progetto originario c’erano un soldato e un trombettiere vicino a Garibaldi, con tanto di spada sguainata, che poggiava i piedi su una roccia e non su un piedistallo. Per mancanza di fondi il progetto non fu completato e resto’ quindi solo la statua di Garibaldi. Fu quindi necessario correggere in fonderia la sua postura forzando all’interno entrambe le gambe per farle poggiare in equilibrio sul piccolo piedistallo. Il risultato non e’ stato brillante. L’Eroe dei Due Mondi, che visse a Staten Island dal 1850 al 1853 nella residenza di Antonio Meucci,  appare alquanto goffo ed e’ stato oggetto di molti commenti ironici. Qualcuno lo ha definito il “contorsionista di bronzo”.
Sulla Broadway all’altezza della 73.ma Strada sorge il monumento dedicato a Giuseppe Verdi, opera dello scultore siciliano Pasquale Civiletti, che ha lavorato su marmo di Carrara e limestone di Montechiaro. Verdi e’ fiancheggiato da quattro dei suoi piu’ famosi personaggi: Falstaff, Leonora (La Forza del Destino), Aida e Otello.
Il monumento venne inaugurato il 12 ottobre 1906, 414.mo anniversario della scoperta dell’America, alla presenza di oltre 10 mila persone. Spettacolare la cerimonia, ideata da Frank Valenti: un nipote di Barsotti tiro’ una cordicelal che libero’ una mongolfiera che porto’ in alto “ il velo che cingeva il monumento, e dalle cui pieghe uscivano con gioioso volo centinaia di colombe bianche e fiori purpurei e fronde verdi: un trionfo tricolore a cui davano solennità ineffabile le lagrime di migliaia di Italiani che ascoltavano commossi il coro verdiano evocatore della lontana Terra: Signor, che dal tetto natio..., cantato dai cori della Metropolitan Opera House diretti dal maestro, Cav. Giulio Setti”.
Un po’ nascosta, (West 64th Street), incrocio Broadway-Columbus Ave, Dante Square, dove e’ una delle due statue (la copia è al  Meridian Hill Park di Washington, D.C.) dedicate all’autore della Divina Commedia.
L’ambizioso progetto originario, affidato allo scultore palermitano Ettore Ximenes,  destinato  ad essere realizzato a Times Square nel 1912, non fu accettato perche’ giudicato sproporzionato rispetto alle dimensioni della  piazza. Inoltre era divampata una polemica contro Barsotti sulla stampa italiana (Bollettino della Sera, Italian Journal) che invitava l’editore del Progresso a raccogliere fondi per costruire ospedali e scuole per connazionali emigrati invece di monumenti, nient’altro che un espediente di Barsotti per fare pubblicita’ a se stesso e al suo quotidiano. 
Il monumento fu inaugurato solo nel 1921, 600.mo anniversario della morte del poeta.
Un altro monumento promosso da Barsotti fu quello per onorare il navigatore Giovanni da Verrazzano.



LA RIVENDICAZIONE DELLA GLORIA 
DI GIOVANNI DA VERRAZZANO 


di Alfredo Bosi

“L'onore di rivendicare all'Italia, in terra straniera, con azione devota e pronta, la gloria di Giovanni da Verrazzano scopritore della baia di New York, proprio nel momento in cui il popolo anglo-sassone onorava Henry Hudson come autentico scopritore della baia stessa, e la soddisfazione di chiudere, col riconoscimento solenne e definitivo della gloria italiana, una secolare controversia di geografi e di storici, dovevano spettare al Progresso ed al suo direttore, Cav. Carlo Barsotti. Il 27 marzo 1906, con legge dello Stato di New York, veniva costituita la Hudson Fulton Celebration Commission, la quale si proponeva di commemorare il tricentenario della "scoperta" del fiume Hudson fatta dall'inglese Henry Hudson nell'anno 1609 per conto degli Olandesi. Più milioni di dollari dovevano essere spesi per le feste, che vennero, anche dedicate a Fulton, l'inventore del battello a vapore. Dovevano queste essere la glorificazione del genio anglo-sassone, dello spirito nazionale degli Americani, degli Inglesi, degli Olandesi. Tutte le nazioni erano state ufficialmente invitate e mandavano navi per una mondiale rivista nelle acque nuovayorkesi. Anche l'Italia. Le feste dovevano durare dal 25 settembre al 9 ottobre 1909, e si annunciavano per ogni verso clamorosissime.
In questo momento solenne della vita americana, mentre gli stranieri s'infervoravano nei preparativi e tutta la immensa Metropoli, e tutte le città poste in riva al fiume fin su alla capitale dello Stato, Albany, s'abbandonavano a celebrare in Hudson lo scopritore della Baia, il Progresso Italo-Americano si avanzò solo dinanzi al tribunale della Storia, dinanzi al tribunale della pubblica opinione, a gridare, in sonora lingua italiana: — Signori, fate prima passare Giovanni da Verrazzano, poiché fu il navigatore fiorentino quegli che scoprì la Baia nel 1524; dopo venne sulle di lui traccie, nel 1609, l'esploratore anglo-olandese.
Ebbe quest'audacia del Progresso tal carattere di fiera e nobile sfida, che la gente straniera rimase interdetta, perplessa. Quale ombra appariva, risorgente dalle profonde scurità della storia; quale ombra ritornava dal fondo dell'Oceano a conturbare le memorabili feste? Verrazzano, di Firenze, battente bandiera d'un re di Francia, sbarcato sull'isola di Manhattan ottantacinque anni prima di Hudson! Tutto un sovvertimento della storia!. . . Eppure non era altro che il rifacimento, la reintegrazione della storia, il perfezionamento della storia. Non parlava attraverso l'opera del Progresso che la voce del Diritto. Era sì la voce del sangue, era sì uno squillo di fanfara patriottica, una diana che fugava le ombre accalcate nella notte della malafede sopra un nome da storici o ignoranti o malvagi — ma, dalla coscienza, su tutto e tutti, rompendo il quieto silenzio dei secoli, erompeva l'affermazione del Diritto! 
Il 15 maggio 1909 il Cav. Barsotti incaricò un luminare del foro newyorkese, l'avvocato Louis Steckler, di fare le opportune pratiche perchè il nome di Giovanni da Verrazzano entrasse ufficialmente nelle feste in onore di Hudson e Fulton. Al patrocinatore della causa cara a tutti gli Italiani venne affidato un fascicolo di documenti, appunti e studi sulla scoperta verrazzaniana ordinati dal redattore in capo del Progresso, Agostino de Biasi. 
Munito del "dossier", l'avv. Steckler iniziò la sua opera. Egli era stato incaricato — si noti, tanto era nei divisamenti del giornale di lottare fino agli estremi, per vincere — di procedere nelle forme legali e istituire innanzi al magistrato un giudizio formale, perchè in sede giudiziaria venisse proclamato il diritto italiano, qualora i passi amichevoli non avessero condotto all'accordo. Sarebbe stato, infatti - — una volta dimostrata la priorità della scoperta di Verrazzano — nella facoltà del giudice di dichiarare incostituzionale la legge che disponeva le onoranze a Hudson, fondandosi queste sull'errore; e lo stesso magistrato avrebbe potuto ingiungere alla Commissione di cessare i festeggiamenti ordinati da tale legge nulla. Si ottenne non senza contrasti la vittoria. 
Il cav. Barsotti nel conseguirla s'impegnava di erigere un busto di bronzo in onore del navigatore italiano — un busto che, nel tradursi in atto il pensiero, divenne monumento — e domandava "tout court" di inaugurarlo proprio in uno dei giorni consacrati ai festeggiamenti hudsoniani: in meno di cinque mesi, prima cioè e non dopo che il ciclo delle grandiose cerimonie si compisse. Se dopo, a che cosa sarebbero valsi il bronzo ed il granito celebranti la gesta dell'ardito navigatore toscano? Verrazzano doveva essere onorato prima di Hudson! Ettore Ximenes — il grande artista italiano — modellò il monumento in un'ora felice del suo genio. Donava poi il bozzetto al cav. Barsotti con una nobile lettera. Il cav. Barsotti accettava l'offerta generosa del valentissimo artista a nome del Comitato Columbus Day 1909, costituito da duecento rap- presentanti di associazioni col proposito di celebrare la prima festa legale del 12 Ottobre a beneficio dei 5000 orfani del terremoto calabro-siculo.
 Il cav. Barsotti n'era presidente e volle che il monumento di Verrazzano. promosso dal Progresso e da lui, sorgesse sotto gli auspici del Comitato, che si nominò da allora "Comitato Verrazzano e Columbus Day". Il ministro della Pubblica Istruzione del tempo, S. E. il prof. Luigi Rava, rispondendo all'invito mandatogli da Nuova York, pregava l'illustre letterato e senatore S. E. Gaspare Finali, Cavaliere della SS. Annunziata, di scrivere l'epigrafe centrale del monumento; e il cav. Finali annuiva con cortese premura. 
Veniva intanto deliberato a Roma che le due navi "Etna" ed "Etruria", destinate a rappresentare l'Armata d'Italia alla dimostrazione navale internazionale in onore di Hudson, partecipassero anche alle feste verrazzaniane, e come queste si annunziavano d'importanza somma sotto tutti i riguardi, fu deliberato dal Re l'invio di uno speciale rappresentante, scelto nella persona dell'illustre vice-ammiraglio barone Alfonso Di Brocchetti, senatore del Regno, presidente del Consiglio Superiore di Marina. D'accordo con la Hudson Fulton Celebration Commission venne fissata la data della inaugurazione del monumento scolpito da Ximenes. Le grandi feste americane per Hudson si chiudevano il 9 ottobre; pel 6 ottobre venne fissata la glorificazione, l'apoteosi di Verrazzano. All'organizzazione delle feste provvide il Comitato Verrazzano-Columbus Day; ma più l'attività personale del presidente Barsotti e la vibrante guida degli articoli del Progresso. Indescrivibile l'entusiasmo della popolazione italiana. L'italianità trionfava nelle sue note più alte in mozzo alla frenesia del centenario hudsoniano celebrato dagli americani a colpi di cannone e di milioni, in mezzo a fulgori incredibili di luce elettrica e ad inaudita reclame bombastica. Il monumento venne inaugurato alle 4 pom. del 6 ottobre in un'aiuo- la centrale del Battery Park, vasto giardino pubblico che trovasi all'e- stremità dell'isola di Manhattan, su cui è costruita la città propria di Nuova York. E' l'estremità dell'isola, dinanzi a cui si apre l'amplissima rada dove si confondono le acque dei fiumi e dell'Oceano, popolata di mille navi, dominata dalla famosa statua della Libertà che illumina il mondo. 
Il luogo venne scelto come quello che si suppone venisse calcato da Giovanni da Verrazzano, sbarcando. Il monumento è di bronzo e di granito dei più puri. La sua altezza dal suolo è di otto metri. Il busto è alto due, e tre la statua del Diritto, che nella sinistra regge una fiaccola e con la spada brandita nella destra sfoglia il libro della Storia. Il piedistallo quadrato misura cinque metri per ogni lato ed è sor- retto da tre gradini, il primo dei quali, dopo la base, spezzato. 
Seicento piedi cubici di granito occorsero pel piedistallo del peso di cinquanta tonnellate. Pei lavori di fondamenta occorsero 2000 piedi cubici di "concrete". 
Sul libro di bronzo, ai piedi della statua del Diritto, si leggono le due date della scoperta e della rivendicazione: MDXXIV — MCMIX  Sul frontone spezzato della base, a sinistra, in grandi lettere classiche : GIOVANNI DA VERRAZZANO 
Sul lato posteriore del piedistallo, l'epigrafe dettata da Gaspare Finali :
 ANNO 1909 — AMERICA E ITALIA RICORDANO GIOVANNI DA VERRAZZANO FIORENTINO CHE PRIMO EUROPEO PRECORRENDO ALTRO PIÙ' FORTUNATO DAL QUALE EBBERO IL NOME NAVIGO' QUESTE ACQUE LE CUI TERRE ERANO DESTINATE PER UNA DELLE CITTA' CAPITALI DEL MONDO. 
A sinistra le parole dell'autorevole storico americano John Fiske, autore dell'opera "The Discovery of America": THERE CAN BE NO DOUBT WHATEVER AS TO VERRAZZANO'S ENTERING NEW YORK HARBOR IN 1524 JOHN FISKE. (Non v'è alcun dubbio sull'entrata di Verrazzano nella baia di New York nel 1524) A destra: PER LA VERITÀ- SECOLARE PER LA GIUSTIZIA DELLA STORIA QUESTO MONUMENTO RIVENDICATORE ERESSE IL "PROGRESSO ITALO-AMERICANO" CARLO BARSOTTI, EDITORE LA COLONIA ITALIANA CONCORDE IL VI OTTOBRE MCMIX.

Precedette la cerimonia lo sfilamento del grande corteo di oltre 170 Società italiane, con bandiere e stendardi, musiche e corone. Tre ore durò la spettacolosa sfilata! La dimostrazione si mosse da Madison Square preceduta da una squadra di 500 ciclisti, da 100 Cavalieri di Verrazzano e dai membri del Comitato d'Onore in redingote e cilindro, con a capo il Cav. Barsotti, che aveva alla sua destra l'on. Marchese Prospero De Nobili ed alla sinistra il Comm. Luigi Solari, Presidente della Camera di Commercio Italiana. Venivano poi gli equipaggi delle R. Navi Etna ed Etruria, i sodalizi con bandiere e stendardi, musiche e ghirlande. Intorno al monumento presero il posto d'onore gli allievi della R. Accademia Navale di Livorno^ sbarcati dall'Etna, i marinai dell' Etruria, Il Comitato Esecutivo del Monumento di Giovanni da Verrazzano i vessilliferi delle Società. 
La cerimonia cominciò con un breve discorso e con la benedizione di Mons. Lavelle, rappresentante dell'Arcivescovo metropolitano; quindi, sorretta dal nonno, Cav. Barsotti, la piccola Gertrude Gahrman tirò a sé la corda legata al drappo tricolore che avvolgeva il monumento e scoprì la meravigliosa opera d'arte, pronunciando belle parole d'occasione vivamente applaudite. Con la loro parola i festeggiatori di Henry Hudson facevano pubblica e solenne testimonianza della gloria di Giovanni da Verrazzano, vale a dire suggellavano, con riconoscimento ufficiale da parte loro, la rivendicazione pensata, voluta e conseguita dal Progresso Italo-Americano” 

Lo scrittore Alfredo Bosi e' stato redattore del Progresso Italo-Americano
Una pagina intera dedicata dal New York Tribune ai monumenti  di Barsotti



















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