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Saturday, January 24, 2015

1928 / Barsotti vende, comincia l'era della famiglia Pope (2)


di Furio Morroni

I giorni delle ansie, dei dubbi circa l’avvenire dei giornale erano ormai lontani. Il numero delle pagine e dei servizi continuo’ ad aumentare. Poi, domenica 12 febbraio 1922, i lettori trovarono all’interno del quotidiano il primo numero del supplemento settimanale.
Nel dicembre del 1922 giunse a New York l’on. Italo Carlo Falbo che per venti anni aveva diretto a Roma il quotidiano “Il Messaggero” e in quel periodo aveva appena assunto la direzione di  “Epoca”. Barsotti volle incontrarlo  per discutere con lui la possibilita’ di pubblicare “Il Progresso” anche a Roma. L’idea venne presto abbandonata, ma l’editore lucchese era rimasto cosi’ positivamente colpito dalla affascinante personalita’ di Italo Carlo Falbo che non esito’ ad offrirgli la direzione del suo giornale. L’on. Falbo declino’, sulle prime, l’offerta: aveva in programma una profonda trasformazione di “Epoca” e non si sentiva di abbandonare quell’iniziativa da un giorno all’altro. Ma le insistenze di Barsotti furono tante che l’on. Falbo fini’ per accettare.
“Se Ella non viene - gli scrisse Barsotti in un cablogramma del giugno 1923 - finiro’ per vendere Il Progresso”.
Italo Carlo Falbo torno’ a New York il primo ottobre successivo ed il 4 ottobre assunse la carica di direttore del “Progresso Italo-Americano”.
 Nel 1922 era sbarcato a New York anche uno dei piu’ famosi giornalisti italiani di tutti i tempi: Luigi Barzini. Gia’ molto noto a quell’epoca per le corrispondenze inviate al “Corriere della Sera” nel 1906 in occasione del raid automobilistico Parigi-Pechino, compiuto insieme con il principe Scipione Borghese, Barzini arrivo’ nella metropoli americana per fondarvi  “Il Corriere d’America”. Nello “staff” di questo giornale, che nelle intenzioni dei fratelli Crespi (finanzieri sud-americani di origine italiana) avrebbe dovuto diventare il piu’ grande quotidiano in America, fecero parte altri validi redattori in gran parte provenienti dal “ Corriere della Sera” - anche’esso di propieta’ della famiglia  Crespi - come Beniamino De Ritis, Luigi Giovannola, oppure italo-americani come Frank Cantelmo.
Ma dopo il successo iniziale l’iniziativa naufrago’ in pochi anni e nel settembre del 1931"Il Corriere d’America” veniva assorbito dal “Progresso Italo-Americano”, in cui molte cose erano nel frattempo cambiate.
Carlo Barsotti era morto improvvisamente di trombosi il 30 marzo del 1927 all’eta’ di 76 anni; gia’ da parecchi mesi, ormai vecchio e stanco, non si recava piu’ in ufficio ma - dalla sua piccola villa di Coyteville (New Jersey) - si teneva oni giorno piu’ volte in contatto telefonico con la redazione.
Nell’estate del 1928, in seguito a disaccordi intervenuti tra gli eredi di Barsotti e l’esecutore testamentario, cavalier Angelo Bertolini, fu decisa la vendita della testata.
Fu un momento particolarmente critico per la vita del giornale che si risolse in un vero e proprio duello a colpi di 50mila dollari tra la grande societa’ International Paper Co. e il ricco imprenditore italo-americano Generoso Pope. Quest’ultimo si aggiudico’ infine la p;roprieta’ del quotidiano offrendo la cifra - allora enorme - di due milioni e 53 mila dollari. Era il primo novembre 1928.
Nonostante le attivita’ di Generoso Pope fossero quasi esclusivamente nel campo dell’edilizia e del materiale da costruzione, egli seppe dare un nuovo impulso al gkiornale che ben presto si arricchi’ di nuove rubriche e di nuove collaborazioni.
Gia’ da sei anni pero’ Benito Mussolini aveva preso il potere in Italia. Fin dall’ottobre del 1922 il “Progresso” di Barsotti si era subito dinistrato favorevole al dittatore; con la nuova gestione di Generoso Pope il giornale assunse addirittura un atteggiamento di appoggio al regime fascista: a conferma di cio’ ci sono le diverse visite che Pope fece a Mussolini a Roma e la grossa sottoscrizione che l’editore italo-americano lancio’ attraverso  “Il Progresso” e “Il Corriere d’America” nel 1935, raccogliendo 700mila dollari a sostegno dello sforzo  bellico italiano nella guerra d’Etiopia. (..........)
La fiducia e l’entusiasmo per l’Italia del Duce subirono un duro colpo con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e con l’ingresso dell’Italia nel conflitto. L’intera comunita’ italo-americana (ad eccezione dei non molti esuli antifascisti) visse un periodo di angosciosa perplessita’ che divenne vero e proprio sbandamento all’indomani dell’attacco giapponese a Pearl Harbor e della successiva entrata in guerra degli Stati Uniti contro le potenze dell’Asse. Le incertezze e i dubbi di quella che allora veniva definita la “colonia” italo-americana si riflessero negli editoriali del “Progresso” che, ad onor del vero, si era dissociato dalle posizioni del duce circa un mese prima di Pearl Harbor. (..........)
 Generoso Pope mori’ all’eta’ di 59 anni il 28 aprile del 1950 e la vasta popolarita’ che egli godeva tra la cominita’ italo-amdericana di New York e gli ambienti politici della metropoli fu testimoniatga dagli imponenti funerali che gli vennero tributati nella cattedrale di san Patrizio.
 Dopo una breve parentesi che vide alla direzione del  “Progresso” Generoso Pope Jr. 
( divenuto poco tempo dopo editore del diffuso “National Enquirer”) il giornale passo’ nelle mani del fratello Fortune.
Nel gennaio del 1980, dopo 52 anni di ininterrotta gestione Pope, il “Progresso” fu acquistato da un gruppo di imprenditori italiani composto da Piero Pirri Ardizzone, co-editore del “ Giornale di Sicilia”, da Carlo Caracciolo, editore de “L’Espresso” e consigliere delegato del quotidiano “La Repubblica”, dalla SPE ( Societa’ Pubblicita’ Editoriale)  presieduta da Oscar Maestro e da Domenick Scaglione , vice presidente (e direttore regionale per l’area mediterranea) della Chase Manhattan Bank, nonche’ presidente del gruppo editoriale del “Progresso Italo-Americano”. (fine)

Furio Morroni e’ stato redattore capo del Progresso Italo-Americano. 

(Questo testo e’ tratto dal numero del Centenario del giornale)

Nella foto sotto il titolo la notizia della cessione del giornale data con grande 

rilievo in prima pagina dal New York Times: 
"Il Progresso, Oldest Italian Daily News, Sold;
Gene Pope, Sand Dealer,Buys It for $2,052,000"


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