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Wednesday, April 1, 2015

L'editoriale di Barsotti / " Impresa ardita e ricca di difficolta'..."



Questo l’editoriale scritto da Carlo Barsotti sul primo numero de Il Progresso uscito lunedi’ 13 dicembre 1880, al costo di 2 centesimi.  
La sede del giornale era a Chamber Street, Manhattan.


AI LETTORI

“Fondare un giornale quotidiano in New York, in una lingua ignota alla
grande maggioranza della popolazione la quale vanta il giornalismo
più sviluppato e potente del mondo intero, è impresa ardita e piena di
difficoltà.
In tutti gli Stati Uniti dove sono sparse tante migliaia di italiani, non
esiste un giornale quotidiano scritto nella nostra bella lingua. Ne abbiamo
pochi settimanali o bisettimanali; alcuno pensò forse di divenire
quotidiano, ma finora non vi riuscì.
Si fecero parecchi tentativi, fra i quali uno recentissimo, e per gli ostacoli
grandi e molteplici, tutti vennero meno.
In questi sforzi, nelle prove fatte dagli altri, noi acquistammo la convinzione
che un giornale italiano quotidiano, di bel formato, con ampio
spazio per le materie più svariate, quando sia fatto con coscienza, cura
ed amore, è cosa utile, necessaria e che deve certamente vivere.
Persuasi perciò che gli italiani di New York e degli Stati Uniti desiderano
vivamente un giornale nella loro lingua, il quale intende ed eccitare
e diffondere quella coltura che meglio può educare il nostro carattere
e promuovere la nostra prosperità, noi fondiamo oggi il Progresso Italo-
Americano.
Avendo seriamente provvisto affinché il lavoro riesca fatto con garbo
e diligenza, informando con esattezza di quanto riguarda la cara patria
lontana, e seguendo da vicino gli avvenimenti quotidiani di questa
adottiva che ci ospita, siamo convinti, e sarà questa la nostra ricompensa
più gradita, che il Progresso Italo-Americano, per la forma, per la materia,
per l’eleganza della stampa non avrà da arrossire di fronte ai periodici
delle altre colonie sorelle.
Ne affidammo la redazione ad un giovane (*) serio, pratico, fornito di
una svariata coltura, il quale ha fatto con onore, negli ultimi quattro anni,
le sue prove nel giornalismo e nella letteratura italiana, e che trovandosi
per qualche tempo a New York, ha studiato – per incarico dei primi giornali
di Roma e di Napoli – le condizioni degli italiani negli Stati Uniti e lo
stato morale e materiale di questa massima e fiorente repubblica.
Dal modo con cui viene accolto dal pubblico, ogni giornale riceve la
sua sanzione e la sua condanna. Visto questo primo saggio, noi nutriamo
la ferma fiducia che gli italiani ricorderanno con simpatia l’opera nostra.
Abbiamo fondato una tipografia esclusivamente pel giornale, ci sobbarchiamo
a sforzi e sacrifizi considerevoli non per scopo di guadagno,
ma per rispondere ad un bisogno vivamente sentito dai compatriotti
nostri.
Ebbene se gli italiani, letto questo primo numero, credono il Progresso
Italo-Americano atto a rialzare qui il prestigio nazionale e a ribattere le
calunnie con le quali alcuni detrattori tentarono di avvilire il nome nostro,
essi sentiranno il dovere di prestarci quell’aiuto pronto ed efficace
che è indispensabile per assicurare al Progresso Italo-Americano una bella,
lunga e lieta vita.
Che se ciò malauguratamente non avvenisse, di chi sarà la colpa?
È meglio non pensarci. Con quella sicurezza che viene dalla purezza
degli intendimenti e dalla certezza che la strada da percorrere traversa
un paese amico, ci accingiamo animosamente all’opera senza annoiare i
lettori con programmi dalle frasi rimbombanti; ci vogliono fatti e non
chiacchiere, res non verba.
Il Progresso Italo-Americano si mette in quella nobile schiera della libera
stampa, indipendente da ogni partito, la quale vanta in prima fila
l’Herald, e la discussione sarà fatta prima di tutto da gentiluomini, giacché
quando la discussione è battaglia cavalleresca d’idee, diventa vittoria
del vero.
Avanti!

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(*)  Il giovane “serio, pratico, fornito di una svariata cultura” a cui si riferisce l’editoriale, era Adolfo Rossi che  divento’ un apprezzato giornalista e scrittore ma scelse poi la carriera diplomatica.
Il Progresso fu acquistato nel 1928 da Generoso Pope e compi’ un secolo di vita col figlio Fortune al timone nel 1980.
Il quotidiano passo’ poi prima ad una “cordata” editoriale italiana formata da Piero Pirri Ardizzone («Giornale di Sicilia»), da Carlo Caracciolo («L’Espresso»), dalla Società Pubblicità Editoriale e dal vicepresidente della Chase Manhattan Bank, Dominick Scaglione e successivamente ad altri ...“businessmen” (si fa per dire....) italiani (Maria Teresa Mercurio, Giovanni Pinto, Gianniantonio Rosi) che nel 1988 riuscirono nell’impresa di distruggerlo.
Una cooperativa formata da squattrinati giornalisti e tipografi rimasti in mezzo alla strada riusci’ nel giro di pochi mesi nell’impresa di fondare un altro quotidiano, America Oggi, che ha raccolto l’eredita’ di Barsotti.


Carlo Barsotti, Il Progresso Italoamericano, Piero Pirri Ardizzone, Carlo Caracciolo, Dominick Scaglione, Fortune Pope, Adolfo Rossi, America Oggi