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Monday, March 9, 2015

1928/ Come Generoso Pope sconfisse Barzini e la International Paper Company


" Il ruolo dei fascisti in Italia comincio' ad apparire simile al ruolo interpretato dai feroci oppositori della temuta cospirazione bolscevica in America. Comunque la stampa coloniale non si era ancora allineata col fascismo. Anzi, essa sembava guardare con sospetto il fascismo, ed una sorta di simpatia proletaria porto' i giornali a criticare le misure adottate contro gli scioperi.( In particolare, Il Progresso continuo' a pubblicare articoli antifascisti di Arturo Labriola e Guglielmo Ferrero). 
Ancora una volta, fu la reazione dell’opinione pubblica  americana, che fu subito a favore di Mussolini, che determino' il suo graduale allineamento...... 
Paradossalmente, Mussolini era stato una volta un collaboratore dell'americano "Il Proletario".  Secondo Carlo  Tresca (l’anarchico giornalista e sindacalista assassinato a New York nel 1943, ndr) che lo aveva incontrato in Svizzera ed aveva vissuto con lui quando si nascondeva) Mussolini stesso era stato sul punto di emigrare negli Stati Uniti. 
Il Duce si pose subito il problema delle colonie italiane all'estero ed in particolare di quelle negli Stati Uniti. Ma Luigi Barzini, ex collaboratore di Albertini a "Il Corriere della Sera" e favorevole al nazionalismo italiano, fu il primo nel 1922 ad inventarsi l'idea di un grande quotidiano italiano negli Stati Uniti, uno in grado di sostituirsi alla stampa esistente. Inizialmente aveva messo un occhio su Il Progresso di Barsotti. 
Pio Crespi, il texano che controllava il gruppo di finanzieri di Barzini, autorizzo' Barzini a fare un'offerta di un milione di dollari per acquistare il giornale. Dopo il rifiuto di Barsotti, Barzini decise di fondare un nuovo giornale, Il Corriere d'America, che usci' il 27 dicembre del 1922 con una circolazione - un anno dopo - che si stabilizzo' intorno alle 50 mila copie. 
Nel frattempo, Crespi era spesso preoccupato e in diverse occasioni espresse la volonta' di vendere. Grazie ad un prestito garantitogli dalla Banca Commerciale Italiana, Barzini ottene una cospicua parte delle azioni del giornale, e di conseguenza tenne a distanza le apprensioni di Crespi. Al tempo stesso Crespi blocco' ogni tentativo di espansione, inclusa l'acquisizione de il Bollettino della Sera nel 1926. 
Quando Barsotti mori' nel 1927, sembro' che ci fu un'inversione dei ruoli. Angelo Bertolino, esecutore del testamento di Barsotti, si fece avanti per acquistare Il Corriere, ma la tratattiva falli' a causa dell'opposizione degli eredi. 
Gli altri progetti di Barzini di unire i due giornali andarono in fumo, anche se nel 1928 aveva l'appoggio fuinanziario del banchiere Amadeo Giannini. Ma precisamente in quel momento Il Progresso fu messo in vendita. Fu acquistato per la bella somma di due milioni di dollari dall'imprenditore Generoso Pope, che batte' la competizione dell'International Paper Company, un gigante nella produzione della carta. Inizialmente, la compagnia progettava di acquistare Il Corriere, unire i due quotidiani, e nominare Barzini come direttore. Di conseguenza, la ditta fini' per cercare di comprare Il Corriere, ma Crespi rifiuto' l'offerta. Allora si fece avanti lo stesso Pope e nel gennaio del 1928 l'affare sembrava concluso. 
Comunque, consigliata dal governo italiano, l'ambasciata italiana a New York giudico indesiderabile questa concentrazione di giornali. A Pope fu consigliato di tirarsi indietro, e nuovi acquirenti furono presentati a Crespi. La scelta cadde sull'Order Sons of Italy e il contratto fu scritto e firmato dalle due parti. Ma a causa delle esitazioni di Crespi, di nuovo non se ne fece nulla. Alla fine, Pope riusci' nell'impresa, traendo vantaggio dalle sue solide connessioni col goveno di Roma. 
Questa vasta concentrazione di giornali includeva anche "Il Bollettino della Sera" (New York) e "L'Opinione" (Philadelphia). Quando il cerchio fu chiuso, Pope fu libero di orchestrare un’efficace propaganda fascista, avvalendosi di formidabili mezzi, ai quali bisogna aggiungere molte stazioni radio e innumerevoli altri fogli, oltre a giornali e periodici. Tra questi "Il Grido della Stirpe " (Tresca lo aveva ribattezzato "Il Grido della Trippa") dell'ex anarchico Domenico Trombetta  e "Il Carroccio" di De Biasi." 
La stampa fascista faceva la parte del leone anche a San Francisco dove Ettore Patrizi, detto il "piccolo Fuhrer della California", pubblicava "L'Italia" e "La Voce del Popolo". 
Nelle foto: Luigi Barzini e Pio Crespi
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liberamente tradotto da: 
"ITALOAMERICANA: The Literature of the Great Migration, 1880-1943", edited by Francesco Durante, Robert Viscusi, James J. Periconi. 
Oxford University Press, prima edizione, May 15, 2014 (1032 pagine). 

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