Era impiegato postale a Rovigo quando lasciò il Polesine nel 1879, diretto a New York dove, dopo aver sperimentato diversi lavori, iniziò a fare il giornalista per Il Progresso Italo-Americano. Qui apprese lo stile americano, stringato e con pochi aggettivi, di giornalista che verifica sempre di persona, ben diverso da quello italiano degli stessi anni. Al suo ritorno in Italia fu apprezzato come giornalista e scrittore e diventa inviato di guerra per Il Corriere della Sera. Segue gli scontri in prima linea e telegrafa gli articoli già pronti per la stampa, richiedendo espressamente che non venissero revisionati dai redattori. È tra i primi a denunciare l'eccidio degli armeni da parte della Turchia durante la guerra greco-turca e per questo viene espulso da Istanbul.
Realizza
poi delle inchieste, la prima sulla miseria della campagna polesana, suo luogo
di nascita. Successivamente fu inviato dal giornale romano La Tribuna per indagare sulle condizioni sociali della
Sicilia, nel momento di crisi politica creato dalla questione dei Fasci
Siciliani dei Lavoratori, in ottobre 1893. In seguito viene mandato in Eritrea, per studiare sul vivo
la politica coloniale di Crispi, che il giornale sosteneva, ma le sue denunce
gli causarono di nuovo l'espulsione dal paese ma dopo le tragiche sconfitte
delle forze italiane il primo ministro Crispi lo convocò per sentire dalla sua
viva voce le sue critiche all'operato e all'organizzazione dell'esercito
italiano in Eritrea.
Nel
frattempo aveva raggiunto il ruolo di redattore capo del Corriere della Sera, ma
nel 1901 abbandona il giornalismo e diventa studioso di immigrazione attraverso
la carica di Ispettore viaggiante del Commissariato sull'Emigrazione Nazionale,
istituito nello stesso anno. Effettua quattro ispezioni: in Brasile, in Sudafrica, negli Stati Uniti
d'America e in Argentina.
Le sue denunce
sulle condizioni di vita degli immigrati italiani all'estero sono sempre aspre e
senza censure, più volte affermerà questa è "l'Italia della vergogna". Gli
effetti del suo lavoro saranno notevoli, a seguito della sua prima ispezione
verrà promulgato il decreto Prinetti, che ha annullato la possibilità per il
Brasile di "offrire" gratuitamente il viaggio d'andata agli immigrati
italiani.
Nel 1908 diventa diplomatico, nonostante non fosse in
possesso di alcun titolo di studio accademico e il ricorso presentato da alcuni
suoi colleghi contro la sua nomina, ricorso rigettato dal Ministero. Francesco
Saverio Nitti che ne assume le difese sostenendone l'assoluta competenza ed
esperienza maturate all'estero prima come emigrante e poi come giornalista.
Morì
a Buenos Aires nel 1921, mentre ricopriva la
prestigiosa carica di Ministro
Plenipotenziario per l'Italia.
Trasportato in Italia con nave militare fu sepolto con funerale di stato a
Lendinara accanto ad Alberto Mario.
(da
Wikipedia.it)
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Giampaolo
Romanato ha dedicato un libro a Rossi intitolato:
"L'Italia della Vergogna nelle cronache di Adolfo Rossi".
(Longo Editore, Ravenna. 2010, pagine 452)
"L'Italia della Vergogna nelle cronache di Adolfo Rossi".
(Longo Editore, Ravenna. 2010, pagine 452)
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