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Thursday, March 26, 2015

Ad Emerson, New Jersey, gli ultimi anni del giornale



di Sergio Vigliardi

NEW YORK. Quando nel 1952 Generoso Pope Junior lascia - o meglio, e’ costretto a lasciare  - Il Progresso, alla guida del giornale passa il fratello Fortune Pope che ne resta editore fino al 1980. Mentre Gene Junior si tuffa nell’avventura del National Enquirer e passera’ alla storia del giornalismo americano, Fortune e Anthony ereditano l’impero creato dal padre e poco alla volta cominciano a venderne i pezzi, cominciando dal settore  dei media e della comunicazione. Viene venduto il giornale in lingua spagnola, nel 1975 viene ceduta una stazione radio popolarissima, la WHOM, acquistata nel 1946, dove cominciano  anche trasmissioni in lingua spagnola e dove inizia la fortunata carriera dki Mike Bongiorno. Alla stazione radio Fortune Pope conosce la cantante Catherine Mastice che nel 1952  diventera’ la sua seconda moglie.

Passano solo dieci anni dalla morte di Generoso e  Fortune and Anthony finiscono sulle cronache giudiziarie della Grande Mela quando una commissione di inchiesta registra irregolarita’ nell’acquisto del sale antighiaccio da parte del Comune di New York:  si parla di corruzione, di contratti truccati, di irregolarita’ nella pesatura.  La City avrebbe pagato mezzo milione di dollari in eccesso. Viene espressamente  citato il commissario addetto agli acquisti, accusato di aver manipolato contratti a beneficio del suo “amico di vecchia data”  Fortune Pope. Il Commissioner,  sospeso dal sindaco Wagner,  rassegna le dimissioni, ma si dichiara innocente delle accuse nei suoi confronti che non sono mai provate in un’aula di giustizia.
Successivamente un grand giuri’ incrimina Anthony e Fortune per violazioni aziendali nella vendita, trasporto e distribuzione del sale usato per sciogliere il ghiacccio sulle strade della metropoli. Tra i dodici punti della incriminazione, anche un conto per $176,599 mandato a City Hall per un carico di sale mai arrivato a destinazione e l’accusa ai due fratelli di aver dirottato 375 mila dollari dalla Colonial Sand and Stone a beneficio di sette altre compagnie di proprieta’ esclusiva della famiglia Pope. Secondo il grand giuri, del trasferimento non si parla nei documenti inviati alla American Stock Exchange, alla Security Exchange Commission e ai mille azionisti. 
I fratelli Pope restituiscono alla Colonial Sand $405,816, sono multati di $25 mila ciascuno ma riescono ad evitare il carcere  perche’ la sentenza viene sospesa.
In questo periodo la Colonial ha un giro di affari di circa 30 milioni di dollari all’anno, e Fortune e’ tra i primi dieci uomini piu’ ricchi  di New York.  E’ considerato, al pari di suo padre, il leader di una comunita’ italoamericana calcolata ad oltre  4 milioni e mezzo di persone ed e’ l’uomo da vedere, una tappa obbligata, per tutti coloro che cercano di avere  contatti ad alto livello con il Governo italiano o con quello  americano. Ma dopo queste vicende giudiziarie  l’influenza di Pope diminuisce col passare degli anni fino a diventare irrilevante.
La famiglia Pope e la Pope Foundation agli inizi degli Anni Settanta vendono le loro azioni per 20 milioni di dollari. A Fortune resta Il Progresso che comunque non e’ piu’ attivo come ai vecchi tempi anche se le perdite sono tutt’altro che catastrofiche.
Quando Il Progresso trasferisce tipografia e redazione a Emerson, nel New Jersey, con gli uffici amministrativi in Audubon Avenue, vicino al George Washington Bridge, il contatto di Pope col suo giornale e con i suoi dipendenti  diventa col passare del tempo sempre piu’ occasionale.  Qualche giornalista ricorda di non averlo  visto per mesi.  
E' convinto a seguire il giornale nel New Jersey anche il redattore capo Frank Cantelmo.  Assunto da Barzini per il Corriere d'America come redattore sportivo, diventa nel giro di pochi anni redattore capo, carica che mantiene quando Il Progresso assorbe  il quotidiano concorrente durante gli Anni Trenta.  Cantelmo va in pensione nel 1968 e muore cinque mesi dopo fulminato da un infarto durante un discorso ad un luncheon per il Kiwanis Club nel North East del Bronx, non lontano dalla sua casa.
La redazione e’ formata in massima parte da una quindicina di traduttori e alcuni redattori di pagine, in genere gestite dal redattore capo e dai suoi assistenti. La fonte principale delle notizie e’ la United Press International e i servizi e le interviste  dell’agenzia NANA, mentre per il notiziario italiano vengono usati ritagli di cronache regionali di quotidiani inviati via posta dalla redazione romana. Molto seguiti gli avvenimenti sportivi locali e internazionali, e la vita delle associazioni italoamericane. 
I columnist piu’ famosi sono Drew Pearson e Jack Anderson e, da Roma, Giuseppe Marrazzo che scrive settimanalmente una lettera alla “zia d’America” facendo un brillante quadro della vita italiana.
Se Pope e’ il grande assente, chi parla ed agisce  per lui  e’ il general manager Frank Castelli, con ufficio in Audubon Avenue, che fa la spola New York-Emerson e che porta  materiale da pubblicare e comunica gli ultimi ordini e volonta’ del Boss. Castelli comunica  per via strettamente gerarchica: col redattore capo e i suoi  assistenti, col proto o con Alfredo Franceschetti, il piu’ anziano dei redattori, responsabile dell’inserto della domenica, ma, sopratttutto, diplomatico  rappresentante del New York Newspaper Guild,  il sindacato dei giornalisti. E’ quello che ha visto fare da Pope nelle sue sempre piu’ rare visite a Emerson dove mantiene un ufficio al primo piano del numero 12 di Lincoln Boulevard, una piccola stanza con una finestra, una scrivania, un telefono, quattro sedie e uno scaffaletto. L’ufficio viene  usato anche dal proto, redattore capo e assistenti se devono fare una telefonata senza essere ascoltati da orecchie indiscrete perche’ in  redazione e in tipografia tutti i telefoni sono intercomunicanti.  Nella  “stanza del Boss”  si decidono i licenziamenti, si complottano strategie,  iniziano le prime schermaglie sindacali della Local #3 del New York Newspaper Guild e del sindacato tipografi.
Successivamente la sede viene  spostata di qualche chilometro, sempre a Emerson, in un nuovo edificio di un piano a Bland Street, ma il giornale continua ad essere stampato nella vicina Westwood nell’impianto di Joe Bonaro. 
Spostandosi a Bland Street, Il Progresso si lascia alle spalle le vecchie linotype e comincia a muovere i primi passi nel secondo secolo di vita e nell’era del computer: in tipografia spuntano i primi videoterminali e un elaboratore  elettronico.  
L’editore-direttore Fortune Pope e’ giunto al capolinea. E’ pronto a  vendere anche l’ultimo pezzo dell’impero costruito dal padre.
Nelle foto: Anthony (a sinistra) e Fortune Pope; la palazzina sul Lincoln Boulevard di Emerson, N.J., che ospitava  redazione e tipografia del Progresso Italoamericano.

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